La
mia Barcolana 2012 è incominciata giovedì 11 ottobre alle ore 14 con il
trasferimento della barca “IRINA” da Marina di Ravenna al San Rocco di Muggia che
raggiungiamo alle ore 3 circa di venerdì mattina, traversata tranquilla con
qualche spruzzata di una leggera pioggerellina, poi il resto della giornata
dedicata al riposo in attesa dell’arrivo via terra degli altri membri della
squadra per andare a cena.
Sabato
13 ritrovo alle ore 10 dalla barca per andare sul campo di regata a provare il
percorso e fare un po’ di allenamento con le vele da vento leggero dato che le
previsioni per domenica sono vento leggero da sud a calare con rotazione a
destra. Iniziamo subito a provare il gennaker con vento leggero da est, quando è
il turno del code 0, il vento sparisce e non completiamo la prova. In attesa
dell’arrivo del vento andiamo a controllare la posizione delle boe che
risultano piazzate come i precedenti anni. Dopo poco il vento si presenta di bora che va
gradualmente a crescere per cui visto l’ora decidiamo di rientrare e andare a
pranzo, nel pomeriggio cambiamo la randa e prepariamo la barca per la gara di
domani. Verso sera ci spostiamo a Trieste per visitare gli stand piazzati lungo
le banchine, ma un improvviso temporale ci blocca all’interno dello stand Gaastra
sponsor delle magliette Barcolana 2012, finché un venditore Indiano di ombrelli
ci salva mettendoci in condizione di poterci spostare sotto il temporale senza
bagnarci alla ricerca di un locale per l’aperitivo, ma purtroppo dobbiamo
gironzolare abbastanza prima di trovarne uno che ci possa ospitare perché tutti
strapieni visto la situazione meteo. Ceniamo
al ristorante pizzeria “Mascalzone Latino”, quando usciamo per fortuna, non
piove più e ci permette di andare in piazza ad ascoltare il concerto di Elio e
le Storie Tese prima di andare a letto.
Domenica
14 sveglia alle ore 6,30, ritrovo dalla barca dopo una collazione abbondante
per scaricare sul pontile tutto quello che non ci serve, prima di staccare gli
ormeggi. Con due membri dell’equipaggio in meno, uno per febbre e l’altro per
problemi tecnici a casa partiamo alla volta del campo di gara, dove aspettiamo
insieme alle altre 1737 barche lo sparo di partenza che avviene come da
tradizione alle ore 10,00.
Con
vento leggero di scirocco, incominciamo a navigare verso la prima boa che
raggiungiamo con molta fatica visto il calo e in certi momenti assenza di
vento, la situazione continuerà per tutta la giornata facendo arrivare al
traguardo di Barcola entro il tempo massimo delle ore 17,30 solo 20 barche.
Purtroppo noi arriviamo solo a 200 metri circa dalla linea di arrivo prima che
suoni la sirena di tempo scaduto, però abbiamo l’opportunità di essere inclusi
nella classifica, come da regolamento avendo superato la boa 3 (il cancello di
Miramare) entro il tempo massimo consegnando al Comitato di Regata la
Dichiarazione d’Osservanza compilata con l’ora esatta (nel formato HH.MM.SS), numero
di mascone dell'imbarcazione che ci precedeva e numero di mascone
dell'imbarcazione che ci seguiva al passaggio di tale boa.
Ritornati
alla marina di San Rocco, prepariamo la barca per il trasferimento di ritorno a
Marina di Ravenna, sostituiamo la randa, carichiamo il materiale lasciato sul
pontile per la gara e dopo un panino alle ore 19,30 in tre, partiamo per il
rientro, appena fuori dal porto prima che si faccia buio, issiamo la randa,
anche se il vento è poco. Dopo un paio di ore si alza un scirocco sostenuto che
in breve raggiunge i 20 nodi senza che abbiamo il tempo di issare un fiocco a
prua che ci avrebbe aiutato, visto l’andatura di bolina che dobbiamo tenere per
stare in rotta. Purtroppo dopo poco, com’era prevedibile, si comincia a formare
delle onde che ci obbliga a timonare la barca a mano per acutire le onde più grosse,
il vento sollevando la cresta porta secchiate d’acqua su di noi e nel pozzetto.
Nel frattempo alla nostra destra si scatena un temporale con tuoni, fulmini che
si scaricano in mare, ma per nostra fortuna non siamo coinvolti perché a bordo
si sono complicare le cose, i miei due compagni di viaggio stanno male a causa
del mal di mare e anche se si sforzano per darmi una mano, non sono di grande
aiuto nella conduzione della barca. Io sono un po’ preoccupato per la
situazione che si è venuta a creare a bordo perché abbiamo ancora oltre 65
miglia davanti a noi e il vento invece di calare tende a rinforzare superando
spesso i 22 nodi e sono l’unico che sta bene. Dopo un paio di ore uno dei miei
amici riesce a recuperare le forze, sta meglio e mi da il cambio al timone in
modo che posso riposarmi un po’ prima di riprenderlo in mano fino all’entrata
delle dighe a Marina. Con il vento che non accenna a calare e con la sorpresa
all’alba di vedere la nostra randa ridotta male con molti buchi e qualche
brandello che fileggia al vento, entriamo in porto insieme con un’altra barca, che
ha la randa rotta, tagliata netta alla seconda stecca e questo ci fa capire che
è stata dura anche per loro e finalmente attracchiamo al posto barca alle 10,30
dopo 15 ore.